COVID-19: in aumento l’incidenza settimanale a livello nazionale

Secondo i dati riportati dall’ISS su monitoraggio del Ministero della Salute, l’incidenza settimanale a livello nazionale è in aumento.

Si è passati da 53 per 100mila abitanti nel periodo 29 ottobre 2021 – 04 novembre 2021 a 78 per 100mila abitanti nel periodo 05 novembre 2021 – 11 novembre 2021.

Nel periodo 20 ottobre – 2 novembre 2021, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1,21 (range 1,08 – 1,31), in aumento rispetto alla settimana precedente e stabilmente al di sopra della soglia epidemica.

L’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero è’ stabile e sopra la soglia epidemica (Rt = 1,14 (1,1-1,19) al 2/11/2021 vs Rt=1,12 (1,06-1,17) al 26/10/2021).

Si ritiene che le stime di Rt siano poco sensibili al recente aumento del numero di tamponi effettuati, poiché tali stime sono basate sui soli casi sintomatici e/o ospedalizzati.

Anche il tasso di occupazione in terapia intensiva è in aumento.

Siamo al 4,4% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute all’11 novembre) vs il 4,0% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 04 novembre).

Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale sale al 6,1% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute all’11 novembre) vs il 5,3% al 28 ottobre.

20 Regioni/PPAA risultano classificate a rischio moderato. Solo la Calabria è considerata a rischio basso.

Mentre, secondo il DM del 20 aprile 2020, il Friuli-Venezia Giulia è ad alta probabilità di progressione verso il rischio alto.

11 Regioni/PPAA riportano un’allerta di resilienza. Nessuna riporta molteplici allerte di resilienza.

In forte aumento il numero di nuovi casi non associati a catene di trasmissione (11.001 vs 8.326 della settimana precedente).

La percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti è in diminuzione (34% vs 35% la scorsa settimana).

È in aumento anche la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (48% vs 47%).

Rimane stabile la percentuale di casi diagnosticati attraverso attività di screening (18% vs 18%).

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