D’Amato: “Il Lazio recluterà medici stranieri iscritti all’ordine in Italia”

Approvata la delibera sulla proposta dell’Assessore alla Sanità D’Amato: “Il Lazio recluterà medici stranieri iscritti all’ordine in Italia” per fronteggiare questa emergenza sanitaria.

Approvata in Giunta un’importante delibera che consente, grazie al cosiddetto decreto “Cura Italia”, di aprire al reclutamento temporaneo del personale medico anche tra i cittadini di Paesi extra UE che siano titolari di permesso di soggiorno e che siano iscritti ad Ordini professionali del nostro Paese, che quindi già esercitano la professione medica e conoscono la lingua italiana”. 

A dichiararlo è l’Assessore alla Sanità e integrazione Socio-Sanitaria della Regione Lazio, Alessio D’Amato.

I medici provenienti da Paesi extra UE, che prima erogavano attività solo nel privato, oggi potranno operare anche nel settore pubblico. Ciò, per assicurare l’erogazione dell’attività assistenziale in tutto il territorio regionale.

È un’opportunità in più in un momento di emergenza sanitaria. Siamo in guerra e vanno utilizzate tutte le forze disponibili la cui professionalità è riconosciuta dall’iscrizione all’ordine professionale”, ha continuato ancora D’Amato.

“Oggi l’affaticamento e la pressione sulle strutturare sanitarie è legata prevalentemente a casi di soggetti non vaccinati o che non hanno completato il ciclo. Ovvero i due terzi di coloro che sono in terapia intensiva sono non vaccinati; circa il 60% di coloro che stanno in area medica sono non vaccinati – ha ricordato -. Dico questo perché se fossero tutti vaccinati la pressione sul Servizio sanitario sarebbe completamente diversa. Noi abbiamo in questa emergenza Covid-19 inserito oltre 6 mila unità di personale tra medici e infermieri“.

Con questa delibera dunque: “Le aziende sanitarie nel bandire le selezioni pubbliche di reclutamento a tempo determinato potranno fare affidamento anche ad una platea, professionalmente preparata, a cui fino ad oggi era precluso l’accesso nel sistema pubblico per assicurare l’erogazione dell’attività assistenziale in tutto il territorio regionale”.

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